giovedì 25 gennaio 2018

KETHER E MALKUT: IL RIFLESSO E IL SUO SEME

Nell'albero della vita, tradizionalmente, abbiamo la rappresentazione di due estremi: Kether e Malkut.
Kether in alto, seme, prima della contrazione della Luce; Malkut in basso, riflesso e manifestazione di Kether dopo la dispiegazione delle sephirot.
Il seme contiene in potenza tutto l'albero, ma stiamo contemplando un albero che ha le radici in alto. Come ci suggerisce il taro de l'appeso dobbiamo porci in un cambio di paradigma rispetto all'ordine naturale delle cose di questo mondo.
La numerologia ci offre una visione filosofica e qualitativa sia di Kether associandolo all'Uno quanto a Malkut, decima e conclusiva sephirah dell'albero. 
l'1 come potenzialità assoluta, il 10 riflesso e concretezza, realizzazione molteplice in quanto 1 e 0: nuove potenzialità multiple (1) in nuove infinite possibilità (0) ci conducono alla realizzazione di una nuova dimensione: il 10.
Gli estremi individuati da Malkut e Kether ci permettono uno spettro speculativo e operativo sul quale la nostra visione martinista si dispiega e la nostra operatività trova ispirazione. Basta pensare che tramite la croce cabalistica il nostro primo gesto rituale è il collegamento filosofico tra Kether e Malkut; tra la Corona e il Regno. Il primo pensiero in Malkut è per noi iniziati quello intimo, individuato personale. Una volta presa coscienza della nostra natura separata è qui riflessa in maniera condizionata, l'iniziato anela ciò che si cela in Kether alimentando un desiderio di ascensione e reintegrazione.
Eccoci nel mistero della dualità, nella sua origine misteriosa. L'essere supremo genera l'uomo, ma l'uomo desiderando l'Essere supremo lo genera, l'uno il riflesso dell'altro, l'istaurazione di una relazione, di una proiezione dell'albero sephirotico sul nostro corpo, sul nostro volto, sui nostri processi psichici.Cominciamo dai tre centri energetici che sono la via che si snoda tra le colonne, il punto di Kether, zona infracigliare della corona che dissipa le nostre ombre, le fantasie, le superstizioni, per avere un pensiero intuitivo e libero che possa esprimersi nell'azione riflessa in Malkut. O ancora, la via della freccia dei Chakra, liberando raffinando in un percorso di risalita le energie telluriche, le quali raggiungeranno Kether attraverso il lavoro giornaliero. Possiamo associarlo al Taro della Torre, le energie ignee risalgono da Malkut, mentre da Kether discende il fulmine dell'intuizione e dell'ispirazione devasta le false personalità, i riflessi distorti di noi stessi detronizzandoli, liberando il canale di collegamento tra l'alto e il basso e il basso e l'alto e il martinista si pone al centro. La shin.
Analogia che incontriamo ogni giorno nei nostri rituali è simboleggiata dalla barba di Aaronne. Accostiamoci a questa analogia attraverso tre canali: Aaronne e la barba; l'iniziatore e l'associato e il dio nero e il dio bianco.
L'associato è Malkut, infatti egli è il riflesso dell'iniziatore, ma come abbiamo detto, che è una relazione, quindi anche l'iniziatore è il riflesso dell'associato. Malkut in quanto barba è la punta in basso e nera. E' Osiride, il dio nero delle iniziazioni Orfiche, in quanto simbolo dell'associato smembrato nei 4 angoli della terra. Kether è la fonte dell'olio profumato che discende attraverso Binah e Hockmah, che ammorbidisce la barba nera facendo intravedere la barba bianca; trascendendo il riflesso del dio nero, raggiunge lentamente l'Essere Supremo. L'olio è utilizzato in tre occasioni: La Madre (Binah) unge il figlio in quanto sposo della Shechinah (Malkut) , il sacerdote unge il re in quanto sovrano di Malkut, allo stesso modo il sacerdote consacra il vecchio Aaronne nel nuovo Melkisedek. Ecco, il sacerdozio di Melkisedek spiritualmente portato a terra, a compimento, dal Cristo: la permutazione delle della parola seme è composta da Semek e Mem, ci offre un illuminante spunto trasformandosi in Mem Semek, ovvero Messiah, il seme divino che non è di Malkut ma in tale Regno viene inviato per compiere la sua opera di Sacrificio (sacrum-facere) e Rendenzione (riconquistare una purezza originaria, reintegrazione degli esseri). I paralleli iniziatici e archetipici sono evidenti e non possono sfuggire al nostro cuore Martinista: Il seme può creare vita solo dopo la sua Morte e la sua putrefatio , sempre che trovi una matrice adatta. Ecco l'importanza della nostra opera di associato incognito: un percorso di spoliazione e purificazione, in un certo senso di volontaria morte a tutti i nostri condizionamenti e riflessi disfunzionali, automatici, non reali.

21-10-2017
Fratelli e Sorelle  Incogniti:
Eros I:::I:::, Semes A:::I:::, Aternius A:::I:::, Aries A:::I:::, Tara A:::I:::, Rhiannon I:::I:::,
Sliema A:::I:::, Giovanni Battista A:::I:::.
Sovrano Ordine Gnostico Martinista.(http://www.martinismo.net/)